Nei primi giorni dell’anno Mark Zuckemberg ha lanciato la fan page A Year of books su Facebook che attualmente ha più di 124.000 fan. L’obiettivo di Zuckemberg sembra essere di tipo educativo: “leggerò almeno due libri al mese” (come dire: “mangerò più verdure“) ed è declinato come buon proposito personale.
Osservo che la fan page rinvia alla solita immagine archetipica di libro: polveroso e di aspetto più o meno antico:
Il primo libro inserito (entità “libro”) è questo, con link diretto (errato o non funzionante) ad Amazon (standard de facto per segnalare un libro?).
Le mie osservazioni
– Proporre la lettura di due libri al mese come “buon proposito” ci dice una sola cosa: che leggere è noioso. Insomma come promozione della lettura non mi sembra granchè, anche se a proporcelo è Zuckemberg.
Leggere può essere, al contrario, atto collegato a passioni, atto eversivo, accidioso, punto di fuga (*)…
– La fan page Year of books rinvia (osservando l’immagine della pagina, unico elemento significativo) ad una idea di libro come oggetto “alto”, antico, quasi maestoso: inarrivabile: come liberarsi da questi archetipi, quando essi vengono proposti da persone, come Zuckemberg, che la pubblica opinione considera “innovatori” e opinion leader?
– Le iniziative “dall’alto” non funzionano (ed infatti: molti fan / zero conversazioni ad oggi su Year of Books); ma le conversazioni hanno luogo altrove: nei circoli di lettura, nelle bacheche Facebook individuali, nelle piattaforme come Anobii (nonostante tutto) e Goodreads o in altre piattaforme.
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(*) Cito non a caso alcuni spunti dal bel libro di Luca Ferrieri “Fra l’ultimo libro letto e il primo nuovo da aprire : letture e passioni che abitiamo“, Olschki 2013 che declina una fenomenologia della lettura come azione non banale né di per sé “educativa”, ma come scelta dalle mille ambigue sfaccettature